venerdì 20 agosto 2010

COCULLO: I SERPARI DI SAN DOMENICO

Cocullo è piccolo centro abruzzese a 900 metri sul livello del mare di circa 400 abitanti, situato ai confini tra la Valle Peligna e la Marsica, ed é celebre per la Festa di San Domenico e i Serpari.

serpari 1

..a  S. Domenico di Cocullo non si andava solo per la festa del santo e la processione caratteristica con i serpari, ma più espressamente ci andava, accompagnato dai suoi, chi era stato morso da serpe velenosa o da cane idrofobo; secondo testimonianze di chi si era trovato in queste condizioni, varcato il confine di Cocullo, il malato veniva scosso da fortissima convulsione epilettica, segno evidente che per opera del santo il sangue aveva rigettato il veleno...(da "Una giornata tipica" di Arturo Iorio). Ogni primo giovedì di maggio si celebra  la Festa di San Domenico di Sora Abate (nato a Foligno e morto a Sora circa mille anni fa, patrono delle odontalgie), in questo giorno, Cocullo,  viene invaso da migliaia di persone: La religiosità si manifesta in modo particolare con l’offerta di serpi (colubri, lattari, biscie, ecc.). al protettore San Domenico Abate, incoronato dai "Serpari" per la processione nelle strade del paese. Il rito ha tradizioni antichissime, addirittura pre-romane, e si è mantenuto attraverso i secoli grazie alla devozione per San Domenico Abate di cui la Ciociaria è tuttora capofila.

Un fascino magico si nasconde in questa ricorrenza che si è aperta alcuni giorni prima con la ”piccola festa” in onore di S.Maria, con i giovani che sulle falde del Monte Luparo, del Monte di Mezzo, Palancaro, Forca d’Oro e Luppo, hanno dato la caccia alle serpi.  Queste segnate sulle teste, verso mezzogiorno, al termine della Messa, verranno posate sul capo della statua di San Domenico che con questo "ornamento" verrà portato in processione al suono della banda per tutto il paese fino a raggiungere la sommità, per ricevere l'omaggio dei fuochi pirotecnici. Poi il ritorno in chiesa per la cerimonia di maggiore intensità emotiva della giornata che riesce a coinvolgere anche i più restii alle emozioni.
Mentre i fedeli fanno la fila per raccogliere da dietro l’altare pietrisco da spargere intorno alle case a protezione dalle serpi e in molti tirano con i denti la cordicella della campana per assicurarsi grazie per la propria dentatura, dinanzi ala statua si radunano i pellegrini di Atina per la partenza al suono di zampogna e ciaramella: «Addio San Domenico/ noi siamo di partenza/ e dacci la licenza,/ la santa benedizion...», ripetuto più volte mentre con il viso rivolto al Santo si cammina all’indietro in un lento salmodiare. Mentre si spegne il canto lungo il sentiero che porta fuori dal paese, la festa finisce, anche se poi ci saranno concerti, le giostre, le bancarelle prese d’assalto fino a sera. Dopo una collettiva colazione sull’erba i pellegrini ripartiranno dandosi l’appuntamento all’anno che viene.

Fino a non molti anni fa le serpi venivano "sacrificate" nel piazzale della Chiesa di San Domenico, ma un diverso spirito religioso e civile vuole che ora siano liberate nelle stesse montagne dove sono state catturate

Durante la festa si svolge anche la processione in costume tipico del luogo, in cui le donne portano sulla testa i canestri riccamente addobbati con pizzi e trine, contenenti cinque pani sacri, i “ciambellani”.

costumi cocullo

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